Abstract
La gran parte dei libri viene consumata in una lettura, e semmai si torna a consultarne porzioni minime quando la memoria non soccorre; altri, finiscono per accompagnare tutta la vita, trovandovi sempre nuove e inattese risposte o prospettive. Il libro di Bernardo Sordi (Diritto pubblico e diritto privato. Una genealogia storica, Bologna, il Mulino, 2020) non appartiene certamente alla prima categoria, né per il suo Autore s’è trattato di un percorso occasionale, di una singola ricerca approdata al suo esito. Si legge, nel volume, la tessitura profonda di un lungo percorso, condotto, per aggiunta, da uno studioso eccezionale.
La qualità dello scrittore e quella della ricerca traspaiono ad ogni passo, attraverso un’opera perfettamente compiuta, che non si disperde nell’erudizione, conducendo il lettore lungo un filo implacabile e compiuto.
Ecco perché si tratta di un libro che, così come sintetizza con estrema pulizia un lungo percorso di riflessione in una stesura piana e comprensibile, obbliga a letture e riletture, per trarre dalla superficie levigata e perfetta la traccia delle strade sotterranee, dei sentieri raddrizzati, della profondissima ricomposizione del frammento e della complessità, che non scompare nella trattazione cristallina, ma che non appare al primo sguardo. Si tratta, quindi, di un libro che può essere assunto a diversi e progressivi livelli di lettura e che non si presta ad una reazione immediata. Né, per il vero, queste brevi considerazioni sono dirette a “reagire”, ma a riflettere – sia pure molto brevemente – in una prospettiva differente, quella del giurista positivo, al quale non può mancare quella che solo la profonda ricerca storica propone e, tuttavia, deve cercare nella complessità del contemporaneo le tracce di un disegno e provare a costruire un sistema (giuridico) che colga le tendenze di fondo e provi, in una lotta costantemente impari, ad imbrigliare le forze del potere a servizio della persona e dei suoi diritti.
TQuesto lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.