Abstract
L’articolo, partendo dalla premessa di una fondamentale continuità fra il Magistero del Concilio Vaticano II e quello di Giovanni Paolo II, analizza la connessione che Papa Wojtyla pone fra la concezione antropologica, l’etica e la politica. La conclusione a cui l’articolo giunge è che in tale connessione prende forma una esplicita e perentoria valorizzazione della democrazia, coniugata però con una originale teoria della democrazia interpretata in termini sostantivi, teoria che prende una precisa posizione antiformalistica all’interno del dibattito contemporaneo.
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