Abstract
Gli interventi emergenziali, nel diritto bancario, non rappresentano una novità: nel tempo si è lentamente stratificato un complesso di interventi dettati quasi sempre dalla necessità di sopperire a circostanze puntuali e contingenti.
L’uso/abuso del diritto emergenziale spesso si accompagna a deroghe rispetto alle regole ordinarie e porta ad una progressiva deformazione dello Stato di diritto.
Per dare una lettura coerente del sistema diventa necessario adottare la prospettiva della tutela del risparmio, inteso come unico centro di interessi di rilievo pubblico che vede il punto di unificazione nella prospettiva dei diritti delle persone: solo così si riesce a superare il contrasto tra contrapposizione di interessi.
Nella prospettiva dei diritti, le Autorità di vigilanza possono porre vincoli alla libertà d’impresa delle banche, nella loro autonomia organizzativa e nella operatività gestionale (quindi anche nella fissazione di requisiti patrimoniali o nell’imposizione di vincoli alla distribuzione degli utili).
Possiamo, dunque, ritenere che, nella fase emergenziale, gli interventi del regolatore rappresentano il frutto di un processo evolutivo che diventa espressione del requisito di organizzazione funzionale al perseguimento del principio di sana e prudente gestione.
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