Prove di differenziazione dell’istruzione alla luce dell’interpretazione costituzionale e dei casi regionali. Prospettive critiche ed evolutive
.pdf

Come citare

Di Mauro, B. G. (2025). Prove di differenziazione dell’istruzione alla luce dell’interpretazione costituzionale e dei casi regionali. Prospettive critiche ed evolutive. P.A. Persona E Amministrazione, 16(1), 217–237. Recuperato da https://journals.uniurb.it/index.php/pea/article/view/5456

Abstract

La sentenza n. 192/2024 della Corte costituzionale ha segnato una svolta nel dibattito sull’autonomia differenziata, imponendo una riflessione critica sulla compatibilità tra devoluzione di competenze e salvaguardia dei diritti. L’istruzione, collocata al crocevia tra esigenze di uniformità nazionale e spinte regionali, emerge come ambito paradigmatico: da un lato, la Corte ribadisce l’esistenza di un “nocciolo duro” di competenze statali, insuscettibili di differenziazione; dall’altro, lascia aperta la possibilità di trasferire specifiche funzioni, purché subordinate alla definizione dei LEP e coerenti con i principi di solidarietà e uguaglianza sostanziale. Attraverso l’analisi delle dimensioni interne del diritto all’istruzione, della distinzione tra “norme generali sull’istruzione” e “istruzione”, nonché delle bozze di intesa di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, alla luce del quadro normativo e interpretativo vigente, l’articolo si propone di verificare ciò che è effettivamente differenziabile in materia, evidenziando le molte ombre e le poche luci. La prospettiva adottata è quella di un regionalismo differenziato fondato sullo Stato delle Persone, ossia un modello ammissibile solo nella misura in cui risulti funzionale alla massimizzazione dei diritti dei cittadini all’istruzione.

.pdf
Creative Commons License

TQuesto lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.