Comprendere i disastri. Linee teoriche e applicazioni metodologiche della socio-antropologia nei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia
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Keywords

Terremoto
sociologia dei disastri
antropologia dei disastri
terremoto Aquila
terremoto Emilia

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Castorina, R., & Pitzalis, S. (2019). Comprendere i disastri. Linee teoriche e applicazioni metodologiche della socio-antropologia nei terremoti de L’Aquila e dell’Emilia. Argomenti, (12), 7–36. https://doi.org/10.14276/1971-8357.1769
Received 2018-10-01
Accepted 2019-04-29
Published 2019-06-05

Abstract

Col seguente contributo si propone una riflessione sull’approccio socio-culturale allo studio dei disastri partendo da due casi, i quali, come verrà dimostrato, pur nella loro peculiarità presentano similitudini incontrovertibili. Si tratta dell’analisi di due eventi sismici che hanno gravemente colpito il territorio italiano. Il primo ha interessato l’Abruzzo e la città de L’Aquila il 6 aprile 2009; il secondo ha coinvolto la porzione nord-orientale della pianura padano-emiliana con una serie di scosse tra il 20 e il 29 maggio 2012.  Presentando i risultati delle due ricerche – la prima condotta dalla primavera all’autunno del 2014, la seconda tra ottobre 2012 e novembre 2014 - l’obiettivo è di operare un’approfondita analisi comparativa delle varie fasi della gestione dell’emergenza post-sismica e della successiva ricostruzione. Verranno considerate le strategie messe in campo dagli attori collettivi (movimenti, associazioni, comitati) per riappropriarsi degli spazi perduti, ricostruendo dal basso le reti di solidarietà. Si descriveranno i fattori di vulnerabilità che hanno contribuito a circoscrivere temporalmente e a rendere residuali gran parte di queste iniziative.

Le due esperienze etnografiche si inquadrano all’interno del quadro teorico socio-antropologico sui disastri, con il fondamentale apporto della Sociologia e dell’Antropologia nella comprensione delle dinamiche di costruzione del senso, dei rapporti di potere-sapere, dell’organizzazione istituzionale, dei modelli di gestione dell’emergenza, degli strumenti messi in campo per “governare” il mutamento determinato dall’impatto di un agente distruttivo (terremoto) sulle comunità umane. Tramite, dunque, un doppio dialogo - tra le due ricerche e tra le due discipline - si dimostreranno due principi fondamentali: il primo attiene all’urgenza di continuare a operare ricerche in una tensione comparativa su questa tipologia di eventi, soprattutto in Italia; il secondo riguarda l’importanza di farlo in una prospettiva che metta in collaborazione disciplinare diverse. Anche l’intento appare duplice: da un lato quello di individuare concetti, principi, azioni e comportamenti simili che possano poi contribuire alla costruzione di un sapere riguardo a come dare senso all’esperienza disastrosa, a come porvi rimedio in maniera efficace per chi l’ha vissuta; dall’altra una tale prospettiva può stimolare elaborazioni teoriche alternative rispetto a quelle tradizionali e in tal senso innovative, in grado di collocare il disastro all’interno di un contesto molto più ampio, che comprenda le politiche pubbliche, le diverse percezioni dell’evento e l’evoluzione della storia che esso inevitabilmente determina. 

https://doi.org/10.14276/1971-8357.1769
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