Abstract
Tra le complesse questioni giuridiche della procreazione medicalmente assistita, il diritto di conoscere le proprie origini, sancito dalla Convenzione di New York del 1989 (CRC), assume particolare rilevanza. Oltre a essere fondamentale per l'infanzia, incide sul rapporto tra ascendenti e discendenti. Storicamente, gli ordinamenti hanno attribuito ai primi una vera e propria potestà sui secondi. Sulla scorta della CRC, occorre garantire alle persone nate con gameti di terzi il diritto di chiedere e ottenere, salvo motivi ostativi, informazioni sulle proprie origini. Prevenire il rischio che non abbiano riferimenti sulle origini è cruciale nella regolamentazione del mercato di gameti, considerato il conflitto di interesse in cui versano le cliniche di fertilità quando propongono i loro servizi a persone in situazione di “vulnerabilità procreativa”. L'accesso alle origini protegge i diritti individuali, riduce i rischi di sfruttamento, in particolare per le donne che si sottopongono al prelievo di ovociti o a gravidanze, e previene traffici di esseri umani, già tragicamente sperimentati in varie parti del pianeta in relazione alle adozioni illegali.

TQuesto lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale.
Copyright (c) 2025 Ilaria Pretelli