Tra persona e persone, discutendo con Massimo Monteduro su doveri e diritti

Abstract

Il contributo affronta alcune questioni sollecitate dalla lettura del saggio di Massimo Monteduro. In particolare, l’attenzione si concentra sulla rilevanza del compito dell’amministrazione di dare tutela ai diritti inviolabili, chiedendosi chiedersi quanto la prospettiva della funzionalizzazione ai diritti o addirittura ai diritti inviolabili sia in grado di spiegare l’amministrazione, secondo la tesi che vede nell’amministrazione un veicolo per garantire i diritti delle persone. Secondo l’autore, nel disegno costituzionale, l’amministrazione sarebbe parte di un progetto più generale e più ambizioso mirato alla creazione di una società nuova, nella quale la garanzia dei diritti inviolabili costituirebbe una sorta di precondizione, essenziale ma elementare. Sempre secondo l’autore, sarebbe nel rapporto tra l’art. 2 Cost. e l’art. 3 Cost. il nodo di un modello di società che tende ad assicurare generali condizioni di libertà anche attraverso la reciproca conformazione delle posizioni delle persone l’una rispetto all’altra, in un contesto in cui la dimensione comunitaria non può mai essere trascurata. Dunque, potrà pur essere che l’art. 2 rappresenti il prisma della solidarietà costituzionale, come presuppone lo scritto, ma non la esaurisce e ne occupa solo una parte. Secondo Massimo Monteduro, centrale è la persona, ma ci sono anche le altre persone, quelle di oggi e quelle di domani, c’è la comunità. Deve, dunque, prendersi con prudenza l’affermazione per cui riferire i doveri inderogabili alle persone avrebbe come possibile conseguenza interpretarli come un numerus clausus, mentre ciò non varrebbe se si riferiscano quei doveri alle pubbliche amministrazioni.

https://doi.org/10.14276/2610-9050.2915
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