Abstract
Questo saggio propone una riflessione sul significato di “dire/fare il diritto” nel XXI secolo, individuando quattro “svolte” di rilievo epistemologico: il ruolo centrale dei principi della Costituzione nell’interpretazione del caso concreto, l’influenza crescente del diritto sovranazionale, il confronto con il multiculturalismo e l’evoluzione del contrasto alla mafia e alla criminalità organizzata. Si evidenzia una possibile frattura tra il tempo della giustizia e l’urgenza del presente postmoderno. L’autore invoca una riforma della formazione professionale degli operatori del diritto quali magistrati, avvocati, personale di cancelleria, anche in vista delle trasformazioni scientifiche e tecnologiche e dell’uso dell’IA.

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