Abstract
La conferenza sulla situazione della scienza giuridica europea che Carl Schmitt tiene in varie città di un continente dilaniato dalla guerra tra il 1943 e il 1944 segna il suo definitivo passaggio tra gli estimatori del diritto romano comunque declinato, ai quali per anni, specie allorché ricopriva il ruolo di ‘Kronjurist’ del Terzo Reich, si era attivamente contrapposto, lottando per il sopravvento di un diritto privato autenticamente tedesco su quello sostanzialmente ancora romano confluito nel BGB in vigore dall’inizio del XX secolo. Al centro del saggio vi è proprio la figura di questo controverso giurista e il suo mutato rapporto con il diritto romano alla base della scuola storica fondata da Savigny, della pandettistica e delle codificazioni moderne in genere, probabilmente frutto non solo di mero opportunismo.
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