Abstract
Il crimen repetundarum nella configurazione della lex Iulia del 59 a.C. entrò a far parte dell'esperienza giuridica del Principato, con diverse zone d'ombra interpretative derivanti dal fenomeno dell'estensione del dettato originario e della mutilazione delle fonti. Da qui la necessità di un approfondimento che amalgamasse le diverse linee di studiosi per contribuire a delimitare l'ambito di applicazione del diritto cesariano e individuarne la diretta eredità in epoche successive a quella repubblicana
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