Abstract
Il contributo ha per oggetto l’analisi della c.d. soft regulation espressa e implicita che l’Autorità nazionale anticorruzione svolge nei settori di propria competenza, interrogandosi anche in ordine alle garanzie e ai limiti che l’ordinamento pone a siffatta attività non solo a tutela delle posizioni soggettive, ma anche a salvaguardia dell’autonomia decisionale dei soggetti (prevalentemente pubblici) regolati e, più in generale, della semplificazione del sistema.

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