Abstract
Questo contributo analizza criticamente la disciplina giuridica delle zone montane nell’ordinamento italiano, alla luce della più recente evoluzione del quadro normativo nazionale e delle influenze del diritto europeo. L’articolo, in particolare, argomenta come il principio dello sviluppo sostenibile, nella sua declinazione di matrice neoliberale, abbia progressivamente sostituito l’originaria finalità costituzionale di tutela e promozione dell’uguaglianza sostanziale nei territori montani con le logiche efficientistiche e le dinamiche concorrenziali del mercato. Attraverso l’analisi della giurisprudenza e del diritto positivo italiano e comunitario, nonché della prassi delle autorità amministrative, il contributo mette in risalto come il dogma dello sviluppo sostenibile orienti le politiche pubbliche ed i pubblici poteri verso la finanziarizzazione e lo sfruttamento economico delle risorse naturali delle zone montane, mettendo a repentaglio la funzione sociale e ambientale della montagna quale spazio di tutela dei diritti fondamentali.

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