Regolazione dei mercati e concentrazione dei poteri delle Autorità indipendenti

Abstract

Il modello di regolazione affidato alle Autorità Amministrative Indipendenti nei settori economici si caratterizza, oltre che per indipendenza e tecnicità, anche per la peculiare concentrazione di poteri di diversa natura.

Le Autorità indipendenti, infatti, detengono ed esercitano contestualmente poteri normativi, poteri esecutivi, poteri giustiziali e poteri sanzionatori. In questo modo è un medesimo apparato che, rispetto ad una determinata materia, detta le norme, le applica ai casi concreti, risolve controversie e “giudica” irrogando le sanzioni .

Il profilo pone dei problemi di per sé, perché disattende l’esigenza di non-cumulo dei poteri fondamentali dello Stato, considerata il nucleo «vitale» della teoria di Montesquieu nei sistemi contemporanei, necessario ad assicurare la pluralità di sedi di esercizio dei poteri pubblici e un loro reciproco bilanciamento .

In più la problematicità è stata acuita dal fatto che alla concentrazione dei poteri si è accompagnata una sorta di “confusione” tra gli stessi: i diversi poteri sono spesso esercitati in modo contestuale e sono stati sottoposti ad una disciplina sostanzialmente analoga. Ciò ha determinato un ‘allentamento’ del principio di tipicità che ha condizionato la disciplina procedimentale prevista dalle fonti secondarie e applicata dalle Autorità, con rilevanti conseguenze sul piano sistematico. L’analisi intende mostrare le criticità che tale assetto ha determinato, individuare i fondamenti costituzionali rispetto ai quali si pone in contrasto e prospettare alcune soluzioni che potrebbero riportare coerenza tra la finalità e i caratteri delle funzioni attribuite alle Autorità indipendenti e il regime giuridico applicabile agli atti con cui vengono esercitate.

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