Altre note sulle ripercussioni del giudicato amministrativo nel processo penale

Abstract

Il saggio ripercorre il problema dell’efficacia del giudicato amministrativo nel processo penale, apparentemente negata dagli artt. 2 e 3 c.p.p. ma sovente riconosciuta dalla giurisprudenza di Cassazione. Si considerano, dapprima, i principi che imporrebbero di attribuire efficacia preclusiva al giudicato di annullamento o di rigetto dell’azione di annullamento, qualora l’accertamento del giudice amministrativo cada sulle modalità di esercizio del potere. Si critica la tendenza a ricondurre l’efficacia alla tutela dell’affidamento del ricorrente imputato in sede penale circa la favorevole ripercussione del giudicato amministrativo; lo stesso per quella volta a giustificare ogni ripercussione sulla base del principio di non contraddizione. Si propone di risolvere il problema a partire dagli effetti della sentenza di annullamento o di rigetto: erga omnes per quanto concerne l’accertata illegittimità o legittimità della condotta dalla p.a.; inter partes per quanto concerne le conseguenze ripristinatorie e conformative del giudicato. Sulla base di questa ricostruzione si affronta il problema della ripercussione in malam partem del giudicato amministrativo, giustificandola in rapporto alla perdurante autonomia del giudice penale in ordine all’accertamento dei profili di reato concernenti l’individuazione degli apporti causali sulla formazione di atti illegittimi ed al giudizio di colpevolezza.

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