Abstract
Da alcuni anni il diritto allo studio in carcere, anche a livello universitario, è supportato dalla istituzione in molte università italiane dei Poli Universitari Penitenziari (PUP) e dalla rete di coordinamento nazionale della Conferenza Nazionale dei Poli Universitari Penitenziari (CNUPP).
Lo studio è una attività riconosciuta dalla letteratura internazionale come utile non solo sul piano formativo e culturale ma anche per la promozione di competenze trasversali, come quelle comunicative e di organizzazione del tempo, dell’autostima e dell’autoefficacia. L’esperienza di studio facilita il reinserimento sociale, diminuisce il rischio di recidiva, e permette contatti sociali con persone esterne al contesto penitenziario, come viene descritto anche dalla letteratura internazionale.
Vengono presentate le difficoltà dello studio in carcere, la complessità dell’organizzazione dei poli universitari penitenziari, sia sul fronte dell’amministrazione penitenziaria che sul fronte accademico.

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