Abstract
L’autore narra come Sergio Quinzio abbia intersecato il proprio percorso monastico, sullo fondo del concilio Vaticano II che ha riproposto la conoscenza della Bibbia come fonte della Teologia; sottolinea inoltre come la spiritualità di Quinzio cerchi di risolvere la dicotomia tra interiore e esteriore. Tertulliano affermava che la Carne è cardine della Salvezza; la stessa ritualità espressa dalla liturgia post-conciliare è un tentativo di esprimere attraverso la corporeità un rapporto con il sacro.

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