Abstract
Il saggio si propone di offrire una riflessione sul contributo della BCE alla regolazione del mercato bancario europeo. Al fine di perimetrare l’ambito dell’indagine, si prospetta una definizione di regolazione, termine il cui ambito concettuale risente di plurivoche interpretazioni in letteratura, nonché dell’influenza esercitata dall’anglofono regulation, che si regge tuttavia su un sostrato storico, culturale, giuridico diverso. In assenza di una definizione normativa, l’interpretazione prescelta del concetto di regolazione si ispira agli insegnamenti della migliore dottrina liberista italiana; essa comprende tutti gli interventi volti a introdurre e favorire il rispetto delle regole, al fine di perseguire determinati interessi. Alla luce della definizione prescelta, alcune delle attribuzioni di BCE in materia di supervisione bancaria appaiono riconducibili all’attività di regolazione; BCE, che non è soggetto regolamentatore, adotta atti generali vincolanti (regolamenti e decisioni) e non vincolanti (aspettative, guide, lettere, ecc), che comunque dispiegano indubbia carica conformativa; la regolazione adottata si presenta come multilivello, prudenziale, tecnica. Ne consegue che il contributo offerto dalla BCE alla regolazione del mercato bancario appare diffuso e ampio, e si manifesta anche attraverso forme atipiche di intervento, la cui efficacia conformativa si distende fino a lambire i contorni dei precetti regolamentari.

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