Il principio di precauzione nell’ambiente digitale

Abstract

L’inarrestabile evoluzione tecnologica che connota la società moderna ha condotto alla realizzazione di quello che viene comunemente denominato “ambiente digitale”, uno spazio virtuale creato attraverso la programmazione informatica e reso accessibile grazie a dispositivi elettronici e digitali nel quale, dalle interazioni tra individui e dalle attività in esso svolte, possono derivare effetti – anche negativi – idonei a ripercuotersi all’interno del mondo fisico. Alla luce di un’interpretazione evolutiva del principio di precauzione, nell’attività di gestione del rischio, l’Amministrazione è oggi chiamata a effettuare un delicato bilanciamento tra l’esigenza di innovazione e la tutela dei diritti fondamentali dell’uomo. Tuttavia, dinanzi all’incapacità dei legislatori nazionale ed europeo di stare al passo con una realtà tanto mutevole e dinamica, in mancanza di una disciplina
normativa del fenomeno, occorre verificare se l’impiego delle nuove tecnologie da parte dell’Amministrazione sia manifestazione dell’esercizio di un potere (seppur implicito) ovvero costituisca un mero modulo organizzativo di carattere istruttorio. Nel primo caso, infatti, l’ampia discrezionalità di cui gode l’attore pubblico nell’attività di gestione del rischio, in assenza di un quadro normativo che definisca il perimetro dell’esercizio del potere, rischierebbe di straripare dai margini della legalità sostanziale determinando l’illegittimità dell’azione amministrativa; nel secondo caso, invece, l’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale rappresenterebbe un mero modus operandi della scelta autoritativa, accessorio e funzionale rispetto all’esercizio del potere amministrativo attribuito – a monte – dalla fonte primaria.

https://doi.org/10.14276/2610-9050.4299
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