Abstract
L’affidamento incolpevole di chi ripone fiducia nel pubblico potere è un diritto soggettivo. Nel lavoro si critica la giurisprudenza del Consiglio di Stato che non solo qualifica l’affidamento come interesse legittimo ma esclude che esso sia incolpevole tutte le volte che il provvedimento in cui si ripone fiducia sia “manifestamente illegittimo” o quando il provvedimento favorevole sia impugnato da un terzo. Il lavoro prende in esame il tema dell’affidamento della pubblica amministrazione proponendo di abbandonare la teoria della immedesimazione organica per valorizzare gli stati emotivi dei funzionari pubblici, tra cui la fiducia, quali condizioni necessarie per una ridefinizione della organizzazione e della azione dei pubblici poteri.
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