Riflessioni su soft law e Autorità Indipendenti anche nella prospettiva di alcune recenti pronunce giurisprudenziali

Abstract

Partendo dalla individuazione delle origini della soft law, il saggio tenta in prima battuta di reperirne una sua valida collocazione nel sistema delle fonti, per poi dedicarsi in particolare alla soft law delle Autorità indipendenti. Esse si pongono come nuovi soggetti regolatori di ampi segmenti del mercato, lasciati volutamente liberi dal Legislatore, capaci di porre in essere atti normativi e paranormativi che, sebbene non dotati di formale vincolatività, sono però “effettivi”, perché i regolati vi si adeguano spontaneamente avendo partecipato al procedimento di formazione.

Questi nuovi atti, oltre che impattare con molteplici principi del costituzionalismo contemporaneo, pongono dei dubbi quanto alla tutela da assicurare a tutti coloro che eventualmente da essi subissero una qualche lesione dei propri diritti.

Per risolvere questi problemi gli strumenti risolutivi sono solo due: l’attività del legislatore, che detti in modo più specifico le funzioni delle Autorità Indipendenti e il riconoscimento del sindacato pieno del giudice amministrativo, che però trova difficoltà scontrandosi con la discrezionalità tecnica dei regolatori.

A ciò si aggiunge una giurisprudenza costituzionale oramai abbastanza ondivaga quanto all’identificazione della natura dei Garanti, ma che sembra tenere in debito conto gli atti da loro emessi, quanto meno riconoscendo loro una funzione interpretativa.

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