Abstract
Ci sono opere giuridiche che non solo non soffrono del trascorrere del tempo, ma che, al contrario, solo grazie ad esso il loro contenuto può essere compreso a fondo. Questa è certamente la sorte della Pubblica amministrazione come organizzazione scritta a più riprese da Giorgio Berti negli anni sessanta del secolo scorso e pubblicata allo spirare di quel decennio. In tale opera, l’autore effettua la deconstruction del sistema amministrativo tradizionale, il quale era strutturato attorno alla rigida distinzione fra organizzazione ed attività amministrativa; e, per il quale, la prima era incentrata sulle relazioni intersoggettive e sul principio d’imputazione, mentre la seconda trovava effettività solo sull’atto amministrativo. Nel cogliere le implicazioni della teoria della funzione di Feliciano Benvenuti, il nostro autore ebbe rileggere l’organizzazione e l’attività in continuità ed in senso oggettivo; e permise, così, di fare emergere sul piano giuridico tanto il potere quanto gli interessi in gioco nella fattispecie concreta. In questo senso, organizzazione ed attività sono attuazione del potere pubblico, nell’incontro di altri poteri e per il dialogo giuridico fra i vari interessi in gioco in rapporto alla dimensione concreta dell’interesse pubblico. Da qui l’esigenza, sottolineata con forza dall’autore, che l’attività dovesse avere un suo statuto giuridico attraverso la disciplina della procedura amministrativa; e ciò sia per costituire, sul piano sostanziale, quelle garanzie di tutela (attraverso la partecipazione ed il contraddittorio) che al tempo la persona non aveva (se non in rari casi), sia per rendere effettiva la successiva tutela giurisdizionale. Era il 1968, né era prevedibile né era immaginabile l’avvento delle rivoluzionarie riforme che furono avviate nell’ultimo decennio del ventesimo secolo; ma già in quell’anno e proprio in quell’opera si dimostrò la possibilità di un nuovo paradigma che sarebbe andato a sostituire quello tradizionale (oramai in crisi irreversibile) che fu costruito con forza dai grandi maestri del tecnicismo giuridico.
Some books do not suffer the passage of time. Not only: passing of time allows to understand what immediately remain conceal. This is certainly the fate of “Pubblica amministrazione come organizzazione”, by Giorgio Berti carried out in the sixties of the last Century and published at the end of that decade. In this book, Berti deconstructs the traditional administrative system. Topic centre of tradition was the separation between organization and administrative activity. Organization was focused on the intersubjective relations and the principle of allocation within the public organization itself; procedure was focused on found effectiveness of the administrative decision. On the basis of Feliciano Benvenuti’s doctrine of function, Berti reread the organization and the administrative workings in the light of objectiveness. In this sense, administrative organization and administrative workings are implementation of the public power, for the legal dialogue between the various interests involved in relation to the concrete dimension of the public interest. Therefore, Berti strongly emphasizes administrative workings should have its own legal status through the legal regulation of administrative procedure. It was 1968, nor it was foreseeable or conceivable the advent of revolutionary reforms issued in the last decade of the twentieth century; already, in Berti’s book was revealed the possibility of a new paradigm that would replace the traditional one (now in an irreversible crisis) built with force by the great masters of legal technicality.
Parole chiave: Diritto amministrativo, organizzazione amministrativa, attività amministrativa, potere pubblico, procedura
Keywords: Administrative law, administrative organization, administrative activity, public power, procedure
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