Abstract
Il presente contributo si articola intorno a due principali coordinate di ricerca: in primo luogo, la valorizzazione del metodo filosofico dell’immanenza di Maurice Blondel in rapporto all’urgenza di contrastare l’egemone modello riduttivistico dell’odierna antropologia che assolutizza la dimensione pragmatica ed efficientista dell’essere umano penalizzandone la costitutiva apertura alla dimensione metafisica e religiosa. Verrà posto in particolare risalto il contributo di un metodo che integra nella nozione di esperienza le molteplici declinazioni dell’agire, analizzando il movente profondo e la finalità ultima. Nel multiculturalismo attuale risulta infatti sempre più evidente l’impossibilità – per tessere un dialogo fecondo e duraturo – di “relegare” la dimensione religiosa nell’ambito delle sottoculture, assolutizzando l’autodeterminazione dell’azione umana.
In secondo luogo, il richiamo alla philosophie de l’action e alla sua apologetica laica sarà finalizzata a individuare nella categoria antropologica dell’“esigenza” il cardine di una piattaforma di dialogo con quelle antropologie teo-centrate come quella islamica, in cui la natura soprannaturale della legislazione morale fa da perno all’assiologia dell’essere umano. Risulterà evidente come la natura infinita del moto della volontà volente alla ricerca incessante di compimento, schiude l’orizzonte di una messa in evidenza filosofico-esperienziale della creaturalità della persona.