Abstract
Secondo la dottrina corrente gli impedimenti matrimoniali per consanguineità sarebbero stati estesi al VI grado fino al terzo secolo a.C. A partire da quel momento la situazione si sarebbe modificata con la progressiva liberalizzazione del matrimonio fino ai cugini primi, che sarebbe divenuta una prassi tollerata. Tale visione poggia in particolare su una dubbia testimonianza liviana della quale è possibile dimostrare la sostanziale falsità. Il quadro delle fonti metagiuridiche in realtà avvalora una situazione sostanzialmente diversa, dove il matrimonio tra cugini primi era un prassi diffusa e praticata ab antiquo. Solamente con il principato augusteo il dibattito giurisprudenziale degli ultimi decenni della Repubblica avrebbe prodotto una norma giuridica degli impedimenti matrimoniali che sarebbe poi divenuta centrale nelle elaborazioni successive. È possibile che un ruolo centrale nell'elaborazione dei concetti sia stato ricoperto dal grammatico e giurista Aelius Gallus.
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