Abstract
Il progresso tecnologico, in quanto fonte di nuovi saperi e tecniche, e l'economia di mercato aperta, la cui realizzazione è promossa dall'Unione europea e dall'Organizzazione mondiale del commercio, accentuano le difficoltà in cui versano le tradizionali organizzazioni professionali (relative alle professioni "regolate"). Queste, per di più, vedono incrinarsi il tradizionale legame con lo Stato e con le istituzioni educative da esso istituite o controllate; inoltre, in alcuni casi, ne viene messa in discussione la capacità di salvaguardare l'affidamento riposto dal pubblico in coloro che offrano servizi. Al tempo stesso, agli ordini e ai collegi si affiancano nuove organizzazioni, riguardanti le professioni sprovviste di una specifica disciplina legislativa. Per entrambi, sorge il problema di come sia possibile assicurare un'efficace tutela sia dell'interesse collettivo concernente la qualità dei servizi professionali, sia la preservazione e il miglioramento dei saperi e delle conoscenze di cui i professionisti sono depositari. Recenti iniziative, in tema di accesso alle professioni regolate, vanno nella giusta direzione, che è quella dell'equivalenza dei titoli di accesso, ma vanno completate da altre misure, volte ad accrescere la trasparenza dei mercati professionali e i controlli in funzione del pubblico.The Authors agree to publish their works with a CC BY License.