Abstract
La riforma tributaria del 1971 affidò il finanziamento degli enti locali ad un sistema misto che comprendeva autofinanziamento con tributi ed entrate patrimoniali e finanziamenti del governo centrale. Tale sistema non rese all’aumento esponenziale della spesa pubblica, verificatosi nei decenni successivi, ed i trasferimenti erariali finirono per avere il sopravvento. Parallelamente, la corruzione e lo spreco del denaro pubblico alimentavano la richiesta dei cittadini di un maggior controllo della spesa e del suo collegamento al prelievo, dando vita alla richiesta sempre crescente di decentramento e, quindi, di federalismo fiscale, nel quale l’autonomia impositiva degli enti locali assunse la sua giusta rilevanza.
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