Abstract
Il testo intende offrire anche al lettore non giurista uno sguardo complessivo sull’importanza culturale del superamento di una visione del punire che resta ampiamente ancorata all’idea della corrispettività retributiva: idea la quale ha costituito per millenni paradigma giuridico delle relazioni umane, risultando alla base delle stesse logiche di conflitto e di guerra. A questi fini vengono illustrate le ragioni politico-criminali dell’abbandono di un modello sanzionatorio penale fondato sul ruolo del carcere, anche in rapporto a un’evoluzione circa le finalità perseguite attraverso il processo e circa il compito del giudice in quanto chiamato a una determinazione di carattere programmatico-progettuale delle forme di risposta al reato.

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