Abstract
L’articolo propone un’analisi della pratica dell’utero in affitto secondo la logica economica. L’approccio economico è giustificato dallo sviluppo della industria procreatica in una vera e propria filiera globale di produzione. Vengono analizzate le caratteristiche della prestazione fornita dalla donna alla coppia committente, mettendo in luce le intrinseche difficoltà che impediscono una contrattualizzazione completa ed efficiente della transazione. Alla luce dei risultati dell’analisi viene discussa la proposta di introdurre in Italia, tramite una opportuna regolamentazione, una forma “solidale” della pratica della gravidanza effettuata per conto di terze persone.

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