Abstract
Gramsci aveva previsto molto presto l’imminente scomparsa del cattolicesimo. Nella primissima fase di stesura dei Quaderni del carcere, tuttavia, si concentrò sul trionfo della Santa Sede grazie agli Accordi Lateranensi del 1929, fonte di importanti privilegi finanziari e istituzionali per la Chiesa. Sulla base di uno studio dettagliato della composizione e delle varianti del Quaderno 20, questo articolo esamina le successive riflessioni di Gramsci sul futuro della Chiesa e la sua diagnosi del declino del cattolicesimo. La sua analisi delle lotte interne tra cattolici integrali, gesuiti e modernisti rivela una relativa riabilitazione di questi ultimi attraverso la figura di Ernesto Buonaiuti. Particolarmente degna di nota è l’analisi gramsciana relativa al destino eretico delle organizzazioni laiche cattoliche e la portata reazionaria del cattolicesimo sociale, che aveva lo scopo di arginare la marea dei movimenti popolari. Gramsci collega inoltre la crescita dell’indifferenza religiosa al crescente successo del nazionalismo europeo, in particolare dell’ideologia razzista tedesca a metà degli anni Trenta.

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