Abstract
La mia esposizione si divide in quattro capitoli. Il primo sarà dedicato a illustrare quella che chiamerò “egemonia post-giacobina” nei Quaderni del carcere. Il punto di partenza sarà dunque il tentativo di mostrare la presenza, nei Quaderni, non di una ma di due nozioni di egemonia. La prima di esse – quella “giacobina” – corrisponde al passaggio dall’economico-corporativo all’egemonico e al primato della “cultura”. La seconda, propria della società di massa e standardizzata degli anni Venti e Trenta, appare come un intreccio indissolubile di aspetti progressivi e regressivi, riassunti nella formula ossimorica di “rivoluzione passiva”. Il secondo capitolo metterà a fuoco questa nuova situazione, caratterizzata da una sorta di “doppio assedio” o assedio reciproco: delle masse allo Stato e viceversa e quindi da polarità costituita da burocratizzazione e democratizzazione, come due aspetti entrambi presenti nell’egemonia “capillare” e “diffusa” in atto nelle società post-belliche. Il terzo capitolo si concentrerà sulle condizioni ideologiche nelle quali si svolge la nuova lotta egemonica. In esse, la religione, in quanto forma di contatto massiccio tra governanti e governati, assume un ruolo decisivo, sia come forma di governo, sia come modalità di resistenza. Il quarto capitolo, infine, mettendo a fuoco le riflessioni di Gramsci sul concetto di “mito” come grammatica della politica di massa, esplora le possibili connessioni tra mito e democrazia, collegando così i temi trattati rispettivamente nei capitoli terzo e secondo.

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