Abstract
In questo contributo gli Autori intendono verificare se sia possibile prefigurare un’estensione dell’obbligo di accomodamenti ragionevoli, gravante sul datore di lavoro (privato), oltre il fattore della disabilità. L’analisi, condotta attraverso una comparazione verticale tra gli ordinamenti italiano, polacco e turco, è sviluppata ponendo in luce alcune misure di “adeguamento” che vengono già riconosciute in favore delle lavoratrici e dei lavoratori per la tutela di altri due fattori di possibile discriminazione, la religione e le responsabilità di cura familiari. La conclusione è che, attualmente, non pare potersi configurare un tale obbligo in via generale e astratta. D’altra parte, si coglierà l’occasione per prospettare una possibile soluzione pratica alle difficoltà di bilanciamento tra i molteplici interessi coinvolti che si pongono a fronte della concreta attuazione di tali forme di “accomodamento”. In particolare, l’idea proposta è quella di procedimentalizzare le richieste di accomodamento ragionevole (anche oltre il fattore della disabilità) valorizzando l’esperienza dei modelli organizzativi di gestione dei processi aziendali, già sperimentata in altri contesti.
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