Abstract
Il paper analizza i due modelli di organizzazione della prevenzione e della gestione dei rischi in impresa, che discendono dalla scelta offerta dal d.lgs n. 81/2008: rispettivamente la monodatorialità e la multidatorialità.
Essi sono analizzati nella prospettiva organizzativa, nei loro pregi e limiti, in termini di costi-benefici. La tesi sostenuta è che non esiste il modello ottimo tra i due. La scelta si basa sulla logica della contingenza organizzativa: le imprese qualificate da determinati caratteristiche, organizzative (l’essere una forma “divisa”) e gestionali (la complessità, non necessariamente legata alla dimensione) presentano le condizioni migliori per l’adozione efficiente del modello multidatoriale per la prevenzione e la gestione dei rischi.
Poiché “non si governa per decreto” anche per quanto riguarda la prevenzione dei rischi in impresa, il contributo indica i possibili interventi organizzativi offerti dalla teoria dell’alta affidabilità organizzativa che integrano e completano il modello multidatoriale, facilitando l’adozione di consapevoli comportamenti individuali e di gruppo orientati alla prevenzione e alla gestione del rischio, coerenti con quanto richiesto dal d.lgs n. 81/2008. Il confronto tra i due modelli si basa sulle variabili organizzative in modo da agevolare l’apprezzamento delle diversità.
Il paper si chiude con la considerazione del dialogo sociale nella prospettiva dei due modelli.

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