Abstract
Il saggio, dopo aver analizzato i principali nodi interpretativi affrontati da dottrina e giurisprudenza a più
di vent’anni dall’entrata in vigore del d.lgs. n. 231/2001 e a quindici dalla sua estensione alla materia
prevenzionistica, si sofferma sulle prospettive di ulteriore impiego dei MOG. Il “modello 231” potrebbe difatti svolgere
un ruolo ulteriore rispetto a quello cui è chiamato tradizionalmente, quindi non solo prevenire la responsabilità
collettiva dell’ente rispetto ai reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose, ma favorire la stessa limitazione
della responsabilità personale del datore di lavoro e dei suoi ausiliari, mediante la migliore identificazione
dell’obbligazione prevenzionistica che dal modello stesso immediatamente e mediatamente deriva.
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