Abstract
Il lavoro analizza nella prima parte il Piano Nazionale Impresa 4.0, presentato nel settembre 2016 dal Ministro dello Sviluppo economico, evidenziandone le linee direttrici, le finalità e le principali misure che hanno avuto attuazione nelle tre successive leggi di bilancio 2017-2019. Successivamente si forniscono alcune stime sull’impatto del Piano sotto il profilo macroeconomico e in relazione ai giudizi espressi da un campione di imprese sulla base di un’indagine qualitativa svolta dall’ISTAT. Infine, si presentano i principali risultati di un’indagine realizzata dal MET per conto del MiSE, tra il mese di ottobre 2017 e il mese di febbraio del 2018, su un campione di circa 23.700 imprese rappresentativo dell’industria in senso stretto e dei servizi alla produzione, sul tema Impresa 4.0. L’indagine consente un confronto tra le caratteristiche delle imprese 4.0 (utilizzatrici di almeno una tecnologia 4.0 nel triennio 2015-2017), di quelle che hanno in programma di adottare nei prossimi anni almeno una tecnologia 4.0 e di quelle tradizionali (non coinvolte nel processo di digitalizzazione) evidenziando, in particolar modo, il dinamismo virtuoso e le migliori performance delle imprese 4.0.
La cosiddetta quarta rivoluzione industriale sta avendo e sempre più avrà un impatto senza precedenti per le imprese italiane, modificandone radicalmente il consolidato paradigma competitivo che negli scorsi decenni ha visto l’Italia primeggiare tra i Paesi avanzati in termini di flessibilità e contenimento del costo dei fattori produttivi. Per competere a livello internazionale e presidiare le catene del valore globale, le nostre imprese sono chiamate a un salto tecnologico a livello sistemico, indipendentemente dal settore economico e dalla dimensione. Come in tutti i grandi processi di innovazione, si aprono dunque opportunità ma anche numerosi rischi, sia sotto il profilo della competitività che soprattutto in termini di ricadute sul mercato del lavoro, con un processo che se non adeguatamente governato può portare al paventato effetto di sostituzione manodopera-robot e che, in ogni caso, richiederà profondi mutamenti nelle competenze dei lavoratori.
La parte conclusiva del lavoro, proprio a partire da queste riflessioni, si interroga sulle modifiche che è necessario apportare alle politiche industriali a sostegno dell’innovazione, tenendo presente che le misure generali e automatiche del Piano Nazionale Impresa 4.0 dovrebbero essere destinate prioritariamente alle imprese di micro e piccole dimensioni, finora meno coinvolte. Non meno importante, peraltro, sembrerebbe la necessità di consolidare il percorso di accrescimento delle competenze digitali, sviluppando anche una maggiore interazione tra il mondo scolastico e della ricerca con il mondo produttivo al fine di facilitare il trasferimento tecnologico.
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