Idolatria e violenza. Riflessioni nel solco di Levinas e Riveline

Abstract

Il saggio esplora il divieto dell’idolatria in ambito ebraico alla luce delle riflessioni di due studiosi, Emmanuel Levinas e Claude Riveline, e l’idea che l’idolatria sia causa di violenza e schiavitù. In particolare si analizzano tre archetipi idolatrici: quello dell’Egitto, che è idolatria del potere; quello dell’Assiria, che è idolatria del denaro; e quello di Canaan, che è celebrazione dell’istinto e delle forze irrazionali della natura. Sono queste le tre forme di “abominio” che la Bibbia ebraica stigmatizza. Gli autori citati suggeriscono un riscatto di queste derive idolatriche per mezzo della Trascendenza, al fine di superare la potenziale virulenza anti-umana di ogni paradigma idolatrico.

Parole chiave: violenza, schiavitù, riscatto, umanità, Trascendenza

The essay explores the Jewish prohibition of idolatry in the light of the reflections offered by Emmanuel Levinas and Claude Riveline. The main idea is that idolatry is cause of violence and slavery. To such an aim, three archetypes are analyzed: Egypt as the symbol of the idolatry of power; Assyria as the symbol of the idolatry of money; and Canaan as the symbol of the idolatry of human instincts and irrationalities. The Bible defines all of them as abominations. The two scholars suggest, however, to rescue all of these paradigms through the Transcendence, so to overcome their potential anti-human virulence.

Keywords: violence, slavery, rescue, humanity, Transcendencec

https://doi.org/10.14276/2532-1676/4653
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