Abstract
Nel presente saggio, intendo esplorare una rappresentazione esemplare della doppia configurazione del suicidio come forma di eutanasia e come reato nella cultura retorica-giudiziaria romana di età imperiale. Il mio obiettivo è di approfondire, nell’ottica dell'antropologia del diritto e della medicina, la prossimità concettuale tra ‘suicidio con finalità eutanasiche’ e ‘omicidio’, per valutare gli schemi argomentativi secondo cui il gesto sottostante a questa forma di suicidio rappresentasse un problema di diritto penale, non solo nell'immaginario dei declamatori, ma anche, e contrariamente a quanto generalmente affermato, nella riflessione giurisprudenziale di età imperiale.

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