Abstract
Il Vertice del G8 di Sea Island, in Georgia, lanciò, nel 2004, un’iniziativa denominata Partnership for Progress and a Common Future in associazione con i Paesi del Medio Oriente Allargato e Nord Africa, Broader Middle East and North Africa (BMENA), la cui finalità risiedeva nel desiderio di sostenere, in tale ambito geo-politico, gli sviluppi di libertà, democrazia e prosperità. Entro tale quadro si è particolarmente sviluppata l’iniziativa denominata Dialogo di Assistenza per la Democrazia (DAD), di cui l’Italia è protagonista, insieme a Turchia e Yemen.
La democrazia è o non è un bene “esportabile”? Forse no, ma è lecito proporla, salvaguardando il diritto dei Paesi interessati a procedere secondo propri ritmi e modalità.
Allora iniziative internazionali come questa possono essere utili. Ma, come molti processi internazionali avviati in scenari geo-strategici complessi, il DAD potrà avere un impatto insufficiente oppure potrà contribuire a favorevoli sviluppi presso le società dei Paesi interessati: molto dipenderà da quanto i diversi attori ci crederanno e vorranno impegnarvisi.
(Note a cura di Laura Quadarella)
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