Sulla rivista

Focus e ambito

Per una rivista di filosofia, storia e scienze umane
di orientamento storico-materialistico - MFIL06


Da diversi decenni, gli studi di orientamento storico-materialistico in ambito filosofico – ma considerazioni non molto diverse potrebbero essere fatte per l’ambito storico e più in generale per le scienze umane – versano in una situazione di grave difficoltà. Non ricostruiamo qui nei dettagli il rilevante significato culturale che questa corrente ha avuto nel nostro paese. La linea di pensiero che da Labriola a Gramsci e oltre ha ripensato le categorie del marxismo, riconducendole al loro rapporto genetico con la dialettica hegeliana, ha saputo proporre una riflessione originale. Una riflessione che dopo il fascismo e la Seconda guerra mondiale non solo ha contribuito a modernizzare il dibattito culturale di un paese ancora per larghi tratti arretrato ma ha posto anche le basi per una sua rinascita civile e politica.

Riteniamo sbagliata e strumentale la tesi che parla di una lunga stagione di egemonia culturale marxista, sia quando questa tesi assume il tono nostalgico del rimpianto, sia quando si presenta invece come il sospiro di sollievo di chi ritiene di essersi liberato da una dittatura ideologica strisciante. Tuttavia, è vero che, proprio prendendo sul serio la riflessione gramsciana sulla posizione della cultura nella società, sul ruolo degli intellettuali, sull’importanza della dimensione del consenso nella politica, il marxismo italiano aveva esercitato un’influenza molto profonda, in grado di confrontarsi ad armi pari con altre e diverse tradizioni – dal crocianesimo all’azionismo, dall’esistenzialismo al personalismo cattolico - che rendevano ricco e variegato il panorama filosofico nazionale. E aveva saputo proiettarsi all’avanguardia del dibattito europeo, facendo conoscere e apprezzare in tutti i paesi l’afflato umanistico, storicistico e universalistico – e dunque profondamente democratico – della sua ispirazione.

Oggi la situazione appare molto diversa e un patrimonio culturale di grande rilievo sembra essersi del tutto disperso. Lasciato libero il campo dalle vecchie generazioni di studiosi, il materialismo storico non ha pressoché più cittadinanza nel mondo accademico in quanto tradizione di studi. E se ancora persiste un certo rispetto “archeologico” nei suoi confronti quando si guarda al passato, la sua stessa dignità scientifica non viene più riconosciuta quando si tratta invece di affrontare le grandi questioni del presente.

E’ la conseguenza delle immense trasformazioni storiche, politiche ma anche culturali intervenute dopo la fine della Guerra Fredda, ovviamente. Ma queste circostanze non sono sufficienti a spiegare un fenomeno che ha invece anche ulteriori e più prossime ragioni di ordine nazionale. Basta infatti allargare lo sguardo ad altri paesi – o ad altri continenti – per cogliere un proliferare di studi, convegni e iniziative che continuano esplicitamente a richiamarsi al marxismo senza che questo li obblighi all’autosegregazione culturale o all’apartheid accademico. Riviste come “Rethinking Marxism” negli Stati Uniti, “Historical Materialism” in Gran Bretagna, “Critica Marxista” in Brasile, la più recente “International Critical Thought” che l’Accademia delle Scienze di Pechino pubblica plesso Routledge e molte altre – e le decine di convegni che ogni anno nascono attorno a queste riviste, divenute ormai vere istituzioni culturali - sono solo alcuni degli esempi che potremmo suggerire, per rimarcare per contrasto quanto sia desolante il panorama nazionale. Un contrasto che diventa ancora più desolante se si guarda al ruolo di direzione culturale che intellettuali come Badiou, Rancière, Balibar, Zizek, Jameson, Harvey e altri sanno svolgere nei loro contesti nazionali e in tutta Europa, sul piano accademico come nel più generale dibattito pubblico.

A parte singole personalità, il materialismo storico, ovvero la versione peculiare del marxismo italiano, è invece escluso in Italia dai grandi convegni e dai progetti di ricerca nazionale. Al tempo stesso, sono pressoché tutte scomparse le riviste che si richiamano a questa tradizione e il cui profilo sia riconosciuto sul piano accademico e scientifico:  tra le riviste riconosciute dall’Anvur troviamo infatti i soli “Quaderni Materialisti” pubblicati dai colleghi della Bicocca di Milano. Non che manchino anche altre pubblicazioni che evochino in qualche modo il pensiero di Marx. Tuttavia, non è possibile in questi casi parlare di materialismo storico in senso stretto, poiché prevale con nettezza un’ispirazione che si richiama in maniera sistematica a autori post-strutturalisti come Foucault e Deleuze e che assieme a questi si propongono esplicitamente una decostruzione polemica della tradizione hegeliana.

La rivista che abbiamo intenzione di pubblicare – e per la quale chiediamo con la presente l’autorizzazione al Consiglio di Dipartimento – intende colmare questa lacuna, offrendo un punto di riferimento a un orientamento che è ancora presente nelle università del paese e cercando per quanto possibile di restituirgli un minimo di dignità. E’ un obiettivo al quale teniamo con forza, richiamandoci soprattutto al contributo notevole che l’Università di Urbino ha dato in passato alla tradizione del materialismo storico italiano e più in generale al marxismo di impronta hegeliana, seguendo una linea di pensiero che può fare riferimento ai nomi di Arturo Massolo, Pasquale Salvucci, Livio Sichirollo e, più di recente, Domenico Losurdo.

Non a caso, il Dottorato di ricerca “Dialettica e mondo umano”, attivo prima della recente riforma presso l’Istituto di Studi filosofici e pedagogici e poi presso il Dipartimento di Scienze dell’uomo che ne ha raccolto l’eredità, prevedeva il seguente curriculum:

“Dialettica e metodologia del sapere nella tradizione della filosofia classica tedesca e nel materialismo storico”

Un curriculum attraverso il quale si proponeva di rinnovare, attraverso il reclutamento di nuovi ricercatori:

“… Lo studio della filosofia classica tedesca e della linea di pensiero che, sorta da essa, giunge ad animare il dibattito del Novecento, costituisce da sempre un ambito di ricerca privilegiato per l'Istituto di Scienze filosofiche e pedagogiche dell'Università di Urbino e poi per il Dipartimento di Scienze dell’uomo. Si tratta di un lavoro che negli anni precedenti ha raggiunto risultati originali e ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Un lavoro che ha contribuito a far luce su rilevanti problematiche storico-filosofiche e interpretative, superando vecchi luoghi comuni storiografici e conducendo non poche volte a una lettura innovativa del significato complessivo dell’opera dei filosofi compresi nella grande stagione che va da Kant a Fichte, da Hegel a Marx.
In una temperie culturale in cui - nel nome della dissoluzione postmodernista del fondamento, del soggetto e dell'idea di verità - viene messa in dubbio la stessa legittimità della dialettica e della filosofia della storia, appare necessario da un lato non disperdere la tradizione di studi che tale lavoro ha accumulato e, dall’altro lato, rinnovarla ed ampliarla, muovendo da una rigorosa consapevolezza metodologica e scientifica, che ne riaffermi la fecondità teorica e ideale…”.

Proprio per le ragioni esposte sopra, la rivista che intendiamo costruire si chiamerà senza infingimenti “Materialismo Storico. Rivista di filosofia, storia e scienze umane”.

La rivista avrà una cadenza semestrale. La pubblicazione avverrà unicamente su web utilizzando il sistema Open Journal (il nuovo standard informatico per le pubblicazioni accademiche, capace di gestire l’intero processo editoriale e automaticamente collegato a Scopus e al Philosopers Index) e sarà localizzata sui server dell’Università di Urbino.

Una volta pubblicato il numero 0, necessario per ottenere il  codice ISSN, la rivista lavorerà secondo la procedura prevista per le riviste scientifiche internazionali e cioè attraverso il metodo dei Calls for Papers. Il valore delle pubblicazioni sarà stimato tramite procedura di revisione anonima esercitata da due peer reviewers.

La dignità scientifica della rivista sarà garantita da un Comitato Scientifico presieduto dal prof. Domenico Losurdo . Del Comitato fanno parte:

Filosofia. José Barata-Moura (Universidade de Lisboa), Giuseppe Cacciatore (Univ. Federico II di Napoli), Mario Cingoli (Univ. di Milano Bicocca), Roberto Finelli (Univ. Roma III), Francesco Fistetti (Univ. di Bari), Wolfgang Fritz Haug (Historisch-kritisches Wörterbuch des Marxismus HKWM), Giacomo Marramao (Univ. Roma III), Nicola Panichi (Scuola Normale Superiore di Pisa), Stefano Petrucciani (Univ. La Sapienza di Roma), João Quartim de Moraes (Universidade Estadual de Campinas, SP, Brasil), Jan Rehmann (Union Theological Seminary, New York), Tom Rockmore (Univ. di Pechino), Bernard Taureck (Universität Braunschweig) André Tosel (Univ. de Nice Sophia Antipolis), Claudio Tuozzolo (Univ. di Chieti-Pescara).

Storia. Angelo d’Orsi (Univ. di Torino), Francesco Germinario (Fondazione “Luigi Micheletti” di Brescia), Marina Montesano (Univ. di Messina), Gianpasquale Santomassimo (Univ. di Siena), Anna Tonelli (Univ. di Urbino).

Pedagogia. Massimo Baldacci (Univ. di Urbino).

Discipline economiche. Riccardo Bellofiore (Univ. di Bergamo), Guglielmo Forges Davanzati (Univ. del Salento).

Discipline giuridiche e storico-giuridiche. Antonio Cantaro (Univ. di Urbino), Federico Martino (Univ. di Messina).

La rivista potrà contare sul patrocinio dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Inoltre, lavorerà in sinergia con la Internationale Gesellschaft Hegel-Marx für dialektisches Denken, che dalla metà degli anni Ottanta è attiva sulla scena internazionale, e con la International Gramsci Society, la più importante associazione mondiale di studi gramsciani.

Direttore responsabile della rivista sarà la prof.ssa Anna Tonelli.
Il direttore scientifico sarà Stefano G. Azzarà mentre Fabio Frosini sarà condirettore e responsabile per i contatti internazionali.

La rivista ha come obiettivo pratico immediato l’inserimento tra le riviste scientifiche riconosciute dall’Anvur e dalle principali associazioni filosofiche nazionali (inizialmente almeno nel settore MFIL06) e si propone, dopo aver svolto il necessario percorso di crescita, di conseguire l’inserimento in fascia A.
Anche lavorando in questa direzione, la sua pubblicazione - aperta evidentemente a tutte le proposte di collaborazione  - vuole contribuire all’arricchimento del patrimonio culturale e al prestigio scientifico dell’Università di Urbino e del Dipartimento di studi umanistici.

Stefano G. Azzarà; Fabio Frosini

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I contributi verranno raccolti tramite richiesta pubblica di contributi (call for papers).

Ogni saggio ricevuto sarà sottoposto in forma anonima alla lettura di due revisori, secondo il metodo della revisione tra pari (peer review). I revisori dovranno valutare l'interesse del testo e la sua rispondenza agli obiettivi generali della rivista. In caso di parere discordante, il testo sarà affidato a un terzo revisore.

E' possibile che vengano pubblicati anche testi su invito. In tal caso i saggi non saranno sottoposti a peer review ma valutati direttamente dalla redazione. Una nota redazionale informerà i lettori.

Le recensioni non sono sono sottoposte a revisione ma valutate dalla redazione.

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Storia della rivista

La rivista nasce nel 2016 su iniziativa di Domenico Losurdo, Stefano G. Azzarà e Fabio Frosini.