Abstract
Il “linguaggio della vita” è in Gramsci in parte riconducibile alle scienze e alla psicologia di fine Ottocento. Tenendo conto di questo legame, il nostro contributo cercherà di ricostruire i primi tra gli scritti pre-carcerari e di avviare un confronto interpretativo con alcuni autori che, come Gramsci, hanno concepito il soggetto attraverso una serie di metafore che mettono in discussione l’idea del sé come individualità chiusa e autoreferenziale. In particolare, rivisiteremo la metafora della trasformazione “molecolare” e, attraverso di essa, il rapporto di Gramsci con la psicologia e le “filosofie della vita”. Il nostro obiettivo è quello di concentrarci sulla prospettiva adottata da Gramsci nei Quaderni del carcere, dove la terminologia vitalistica dei primi scritti viene riattivata e inserita in una prospettiva che trascende il precedente approccio vitalistico.

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