Abstract
Questo articolo tratta dell’interpretazione gramsciana della legge dialettica della trasformazione della quantità in qualità nei Quaderni del carcere. L’autore sostiene che Gramsci è portato a riconsiderare il rapporto tra quantità e qualità a partire dalla necessità di riesaminare il concetto di “struttura” economica e di ridefinire i rapporti sociali nella sfera della produzione materiale in modo non riduzionistico, in contrasto con Bucharin. Inoltre, l’autore mostra che Gramsci stabilisce una relazione di reciproca immanenza tra quantità e qualità, sulla base del concetto di “mercato determinato” e dell’affermazione della natura politica di ogni conoscenza. Infine, l’autore sostiene che questo risultato è riassunto da Gramsci nel Quaderno 11 quando considera il primo volume del Capitale (invece dell’Anti-Dühring di Engels) come l’autentica traduzione e concretizzazione della legge hegeliana.

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