Abstract
In questo articolo si propone una analisi delle note di Gramsci sulla religione, in particolare sul cristianesimo e la Chiesa cattolica nel loro rapporto con le classi subalterne. Vengono messe in risalto le distinzioni da lui fatte tra le dimensioni “utopiche” contenute nel cristianesimo e la struttura feudale della Chiesa. A questa, che mantiene le masse popolari nella condizione di subalternità, Gramsci contrappone la “filosofia della praxis” indirizzata all’autogoverno e alla conquista dell’egemonia da parte delle classi subalterne. Nella seconda parte dell’articolo viene stabilito un contrappunto tra le considerazioni di Gramsci sulla religione (e la Chiesa cattolica) e il ruolo dei subalterni nel cristianesimo riscattato dalla Teologia della Liberazione in America Latina. Qui, di fatto, negli ultimi decenni, significativi segmenti di cristiani, valendosi di strumenti analitici del marxismo e del pensiero di Gramsci, hanno fatto una “opção pelos pobres” dando una nuova configurazione alla religione e alla politica.

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