Abstract
Il saggio analizza il ruolo che l’orario di lavoro ha nella insorgenza di una malattia professionale e mira a fornire un contributo alla lettura dell’art. 17, comma 5, del d.lgs. n. 66/2003 dalla prospettiva della normativa previdenziale. Nella ricostruzione di tale ruolo emerge la rilevanza della normativa sulla salute e sicurezza dei lavoratori e, soprattutto, della sorveglianza sanitaria ivi contenuta. Essa dovrebbe considerare l’orario di lavoro come un rischio specifico e realizzare una più efficace prevenzione rispetto alla intensificazione del lavoro che si presenta di per sé pericolosa. L’analisi si concentra, in particolare, sui lavoratori “senza tempo”, mostrando come per la disciplina contro le malattie professionali sia molto rilevante la quantificazione dell’orario e si conclude con una riflessione specifica sullo smart working.

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