Abstract
Con il presente contributo si intendono sondare le potenzialità del lavoro agile come accomodamento ragionevole, mettendone in evidenza le implicazioni sul piano degli adempimenti e su quello rimediale. Particolare attenzione è poi riservata al campo dei beneficiari, districando il complesso intreccio tra disabilità e malattia cronica calamitate nella “grezza” nozione di fragilità. Alla luce di questo quadro ricostruttivo, è analizzato il perimetro delle obbligazioni datoriali che discendono dalla lettura combinata della disciplina antidiscriminatoria e di quella prevenzionistica. Infine, è esplorato il ruolo dell’autonomia collettiva per la declinazione del lavoro agile come strumento di inclusione, prevenzione e protezione (sociale) a beneficio dei lavoratori disabili e dintorni.
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