Abstract
Il contributo si propone di individuare i profili di intersezione tra la tutela dell’ambiente e della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro nell’ambito della disciplina sulla responsabilità dipendente da reato degli enti di cui al d.lgs. n. 231/2001 e, quale diretta conseguenza, i riflessi che tali interferenze sono in grado di riverberare sui modelli organizzativi che la societas è chiamata ad adottare ai fini esimenti.
L’analisi, muovendo dal processo legislativo di introduzione “frazionata” delle rispettive fattispecie incriminatrici, esamina il “catalogo 231” dei reati presupposto nelle due materie lungo le direttrici dell’ambiente “interno” e dell’ambiente “esterno”, mediante l’individuazione, da un lato, dei profili di sovrapposizione (attuale e potenziale) e, dall’altro, delle persistenti lacune normative in grado di depotenziare la portata della responsabilità ai sensi del d.lgs. n. 231/2001.
Lo studio è condotto attraverso il riferimento alle più rilevanti vicende giurisprudenziali che hanno posto sotto i riflettori – in termini di offesa ai beni giuridici facenti capo ai lavoratori, ai terzi e alla collettività – le conseguenze derivanti da condotte inosservanti delle discipline cautelari dettate in materia “HSE”, compendiate nel case study riguardante lo stabilimento siderurgico dell’ILVA di Taranto.

Questo lavoro è fornito con la licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.