Abstract
Dopo aver ripercorso il dibattito dottrinale e l’elaborazione giurisprudenziale in ordine alla qualificazione del rapporto di lavoro dei riders e aver delimitato il campo di applicazione del Capo V-bis del d.lgs. n. 81/2015, il saggio si sofferma sull’individuazione dei destinatari della riforma del 2019 e delle misure di prevenzione ad essi applicabili, alla ricerca di un ragionevole punto di equilibrio tra la vocazione universalistica della normativa in materia di sicurezza del lavoro e la graduazione delle tutele risultante dal dettato di cui all’art. 3, commi 7 e 11, del d.lgs. n. 81/2008.
Lo scopo del presente contributo è di verificare l’efficacia del sistema prevenzionistico nel lavoro tramite piattaforma, illustrando le ragioni per le quali si ritiene che una soluzione appagante ai bisogni di tutela dei riders (perlomeno di quelli genuinamente autonomi) non possa essere ricavata de iure condito, ma richieda un intervento riformatore del legislatore volto a garantire standard di sicurezza uniformi.
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