De Martino Ernesto

Abstract

Ernesto De Martino ha elaborato un’interpretazione storico-antropologica della religione, che la vede come una tecnica mitico-rituale che protegge la «presenza», la «volontà di esserci contro il rischio di non esserci». In confronto con Marx, per De Martino la religione istituisce un piano alienato (metastorico) che separa la persona dalla realtà, ma questa «alienazione istituzionale» o «destorificazione controllata» offre una protezione che salva da quella ben più grave forma di alienazione che è la crisi della presenza. Alle riflessioni teoriche, De Martino ha accompagnato importanti ricerche etnografiche nel Mezzogiorno italiano. Negli ultimi studi, postumi, ha esplorato la possibilità di un’età post-religiosa per l’Occidente, confrontandosi con la tradizione del pensiero escatologico cristiano e con la questione della “morte di Dio”.

Parole chiave: Ernesto De Martino, crisi della presenza, antropologia religiosa, alienazione religiosa, sud Italia

 

Ernesto De Martino developed a historical-anthropological interpretation of religion, viewing it as a mythic-ritual technique that protects the “will to be present against the risk of not being.” Compared to Marx, De Martino argues that religion establishes an alienated (metahistorical) plane that separates the individual from reality, but this “institutional alienation” or “controlled destorification” provides a protection that saves from a far more serious form of alienation, which is the crisis of presence. Alongside his theoretical reflections, De Martino conducted significant ethnographic research in Southern Italy. In his later posthumous studies, he explored the possibility of a post-religious age for the West, engaging with the tradition of Christian eschatological thought and with the issue of the “death of God.”

Keywords: Ernesto De Martino, crisis of presence, religious anthropology, religious alienation, Southern Italy

https://doi.org/10.14276/2532-1676/5255
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