L' idolatria secondo Filone di Alessandria

Abstract

In età ellenistica e romana è abituale, per gli autori ebrei, confrontarsi con il tema dell’idolatria. Tra i vari autori che ne parlano, emblematico è Filone di Alessandria. Presenta il culto degli astri, la venerazione di animali, l'adorazione di statue, il culto degli imperatori.

Accanto alla presentazione “letterale” di molte di tali pratiche e al giudizio negativo con cui le descrive, Filone dà una lettura “filosofica” di alcune convinzioni e di riti. Così l’adorazione degli astri, che è stato uno dei momenti del percorso conoscitivo di Abramo verso la conoscenza delle realtà superiori, è attribuita ai “Caldei”, il culto degli animali e il dominio del corpo e delle passioni agli “Egiziani”. Caldei ed Egiziani appaiono come emblemi di tipi filosofici: c'è chi li identifica con gli aristotelici, chi con gli stoici, chi con gli epicurei. Altri li considerano esponenti della religione cosmica.

Per Filone, negatori e idolatri sono coloro che avanzano nel loro percorso senza temere l'intervento divino. Se, come sostiene Harl, negare Dio vuol dire non tanto negarne l'esistenza, quanto la possibilità di punire i malvagi, e se gli idoli sono caratterizzati dal non avere potere, idolatri sono coloro che ritengono Dio incapace di intervenire e lo equiparano, in questo, agli idoli. Filone parla sì, dunque, degli adoratori di idoli, della costruzione di immagini, di divinizzazione delle stelle, ma anche di coloro che perseguono l'amore per sé anziché l'amore per Dio. Una forma forte di idolatria è, poi, data dalla pretesa di fissare l'immagine divina, di rappresentare l'inconoscibile.

Nella mia lettura, le differenti forme idolatriche non sono per Filone legate a differenti momenti cronologici, a una sorta di "storia dell'idolatria", né sono riconducibili a individui o gruppi filosofici precisamente determinati e individuati: sono espressione dell'incapacità di cogliere il vero e riconoscere la divinità.  Mio obiettivo è cercare di determinare cosa intenda Filone con queste categorie e come queste si relazionino al tema del divieto delle immagini, della invisibilità e inconoscibilità di Dio, della affermazione della provvidenza divina.

Parole chiave: idolatria, Filone alessandrino, Caldei, Egiziani, divieto delle immagini, inconoscibilità di Dio

In the Hellenistic and Roman Period it is obvious for Jewish authors to deal with the theme of idolatry. Philo talks about it in many passages presenting the cult of the stars, the animals, the statues, the cult of the emperors.

​Alongside the "literal" presentation of many of these practices and the negative judgment with which he describes them, there is also a "philosophical" reading of some beliefs and rites.

Thus, the adoration of the stars, for example, which was one of the moments in Abraham's cognitive journey, is attributed to the "Chaldeans", the cult of animals and the domination by the body and passions to the "Egyptians". Chaldeans and Egyptians appear as emblems of philosophical types: there are scholars who identify them with the Aristotelians, with the Stoics, with the Epicureans. Others consider them exponents of the cosmic religion.

For Philo, deniers and idolaters are those who advance on their path without fearing God's intervention. If, as Harl argues, denying God means not denying his existence, but his possibility of punishing the wicked, and idols are characterized by not having power, idolaters are those who consider God incapable of intervening and equate him, in this, to idols. Philo speaks, therefore, of idol worshipers, of the construction of images, of the divinization of the stars, but also of those who pursue love of self instead of love of God. Besides that, a strong form of idolatry is constituted by the claim to fix the divine image, to represent the unknowable. The different idolatrous forms are not, therefore, linked to different chronological moments, to a sort of "history of idolatry", nor can they be traced back to precisely determined and identified individuals or philosophical groups: they are an expression of the inability to grasp the truth and recognize the divine dimension.

My aim is to try to determine what Philo means by these categories and how they relate to the theme of the prohibition of images, the invisibility and unknowability of God, the affirmation of divine providence.

Keywords: idolatry, Philo of Alexandria, Chaldeans, Egyptians, prohibition of images, unknowability of God

https://doi.org/10.14276/2532-1676/4644
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