Il rapporto tra prassi e significato: un’ipotesi a partire da alcuni casi di “efficacia senza adempimento” nel diritto ebraico

Abstract

L’obiettivo del contributo è mettere in rilievo in che misura quell’azione (praxis) che ha luogo in funzione di un determinato insieme di norme possa avere un qualche tipo di impatto sul profilo teoretico (eîdos) di queste stesse norme. Questo passaggio può essere colto muovendo dall’analisi di quel tipo di azioni (come le trasgressioni) che hanno luogo a partire dal riferimento a determinate norme, ma non osservandole: trasgressioni e deviazioni confermano la forza della norma violata e, talvolta, ne propongono una rivisitazione. Prendendo le mosse da tali considerazioni è possibile notare, in un’accezione più ampia e prossima alla nozione di “ontologia ermeneutica”, come ogni azione compiuta in funzione di un determinato plesso di proposizioni (ossia norme) contribuisca, in un certo grado, al configurarsi del significato di queste stesse proposizioni. S’intravede così in che misura comportamento materiale (praxis) e significato teorico (eîdos) siano interrelati. In questo contributo l’analisi è circoscritta al diritto ebraico e fa riferimento ad alcune nozioni proposte da due filosofi contemporanei, Amedeo Giovanni Conte e Paolo Di Lucia.

https://doi.org/10.14276/2532-1676/3131
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