Sulla religiosità smarrita. Romano Guardini, modernità e post-modernità

Abstract

n La fine dell'epoca moderna (1950) Romano Guardini, filosofo e teologo, anticipa l'intero dibattito sulla post-modernità. Egli delinea i confini della modernità e pone in evidenza lo smarrimento dell'uomo dinnanzi al riaprirsi della domanda sull'origine dell'esistenza. Non è la logica stessa della modernità – si domanda Guardini – a metter capo ad un inaspettato ritorno del caos, interno ed esterno? «L'uomo sta nuovamente di fronte al caos...». Questo lavoro, in un armonico insieme di studiosi dalle differenti prospettive, propone una riflessione del Guardini critico della modernità e della trasformazione del concetto di “religiosità” che si è avuta durante la post-modernità. Esso vuole essere il tentativo di portare il lettore a riflettere su uno dei maggiori rischi dei tempi attuali, e cioè lo smarrimento di quella religiosità che ha reso tale l'arte e la cultura dell'Occidente, e che costituisce il terreno comune di una società in cui la libertà e la dignità umana non sono più valori da guadagnare, ma l'orizzonte in cui è possibile costruire e progredire. Proponiamo questo passo a introduzione dell'opera.

https://doi.org/10.14276/2532-1676/3098
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