Abstract
Di fronte ad una situazione di crisi dello slancio missionario, nel 1990 papa Giovanni Paolo II pubblicò l’enciclica Redemptoris Missio, nella quale sosteneva che la crisi della missione derivasse da una forma di relativismo religioso che riteneva tutte le religioni equivalenti, e proponeva come chiave risolutiva della crisi l’affermazione dell’unicità della mediazione salvifica di Cristo. In questo contributo in primo luogo ripercorrerò in grande sintesi le ragioni che hanno giustificato lo slancio missionario della Chiesa cattolica dagli inizi fino ad oggi. In secondo luogo presenterò il contenuto della Redemptoris Missio e la inserirò nel suo contesto storico e teologico. In terzo luogo presenterò una sintesi della missiologia cattolica postconciliare, per valutare, in quarto luogo, se e quanto essa presentasse le fragilità sottolineate dall’enciclica di Giovanni Paolo II e quanto tale enciclica sia risultata efficace nel correggere tali fragilità. In conclusione affermerò che di fronte a questa situazione di stallo nella teologia cattolica, è auspicabile un approccio più ampio, che affronti il grande nodo irrisolto della missiologia contemporanea – l’assolutezza della verità e della salvezza – da un punto di vista filosofico e non soltanto teologico.
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