Recidere il «nodo gordiano»: ancora su Vilfredo Pareto e il fascismo

Abstract

Nel 1920, quando Pareto scrive gli articoli sul dopoguerra italiano che confluiranno nella Trasformazione della democrazia, i fasci di combattimento si sono costituiti da alcuni mesi e sono solo uno dei movimenti e gruppi più o meno violenti della galassia nazionalista e antidemocratica. Pareto sembra ignorare tanto l’esistenza di Mussolini quanto quella dei suoi seguaci. Quasi di sfuggita, e a riprova dell’impotenza e del caos in cui è scivolato la Stato italiano, uno di questi interventi sulla «Rivista di Milano» nomina le tante «contese armata mano fra operai e crumiri, fra rossi e gialli, fra rossi e bianchi» che si svolgono impunemente «sotto il benigno sguardo della podestà centrale».

[Segue nel testo ...]

*Presentato dal Dipartimento di Scienze Umane “Pasquale Salvucci”.

https://doi.org/10.14276/2464-9333.173
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